Piede diabetico
In quasi tutti i paesi industrializzati, il diabete è una delle principali cause di malattie cardiovascolari, cecità, insufficienza renale e amputazione degli arti inferiori.
Secondo la Federazione Internazionale del Diabete, sono approssimativamente 537 milioni le persone affette da diabete in tutto il mondo, numero destinato a crescere ancora negli anni avvenire (643 entro il 2030 e 783 entro il 2045) [1].
L’ulcera del piede diabetico è una delle complicanze più importanti del diabete. Di fatto, la possibilità di sviluppare lesioni a carico dei piedi nel corso della vita interessa il 19-34% dei pazienti diabetici [2].
Spesso sottovalutate, addirittura non riconosciute dai pazienti, queste lesioni possono causare complicanze (ad es. infezioni: 56% delle DFU si infettano) che richiedono un ricovero ospedaliero. Nel peggiore dei casi, possono addirittura portare all’amputazione (15% pazienti subiscono amputazione).
Nel 70% dei casi, l’aspettativa di vita dei pazienti amputati non supera i 5 anni, risultando così inferiore a quella associata ad alcune tipologie di cancro [3]. Eppure, un esito di questo tipo non è inevitabile: con le adeguate misure di prevenzione, è possibile scongiurare il rischio di insorgenza di queste lesioni.
Le ulcere del piede diabetico hanno origine da una lesione inizialmente minore (un piccolo taglio, oppure lo sfregamento causato da calzature non adatte), e possono prendere tre forme:
Rappresenta il 30% dei casi. È il risultato della neuropatia diabetica, la quale porta il paziente a una compromessa sensibilità, autoregolazione vegetativa e ad uno squilibrio muscolare. Si manifestano a livello delle dita dei piedi, oppure sotto l’arco plantare, in corrispondenza di un’articolazione del piede. La lesione iniziale è un callo oppure un durone. Sono accompagnate da perdita di sensibilità (al dolore/calore), presentano margini netti e cute secca. A causa della sensibilità compromessa, il paziente non è in grado di sentire il dolore, il che comporta spesso una ritardata prognosi della patologia.
Rappresenta il 10-15% dei casi ed è legato a un’alterazione del flusso sanguigno. Si sviluppa prevalentemente sulle estremità delle dita, sul tallone oppure sui lati del piede. La pelle si indebolisce, diventa pallida o bluastra. Il piede è freddo e dolorante e il paziente avverte calore o prurito. Il colore della lesione può variare a seconda dello stadio di evoluzione, da gialla, rossa, rosa oppure nera in caso di necrosi.
Rappresenta il 50-60% dei casi. In questo caso sono presenti sia i sintomi della neuropatia che quelli dell’ischemia. Possono insorgere al margine del piede, sulla punta delle dita o persino sotto le unghie del piede. Il primo segno è rappresentato solitamente da una bolla, ad esempio una vescica causata dallo sfregamento ripetuto del piede in una scarpa troppo stretta o troppo rigida.
La gestione delle lesioni
In generale, per la gestione di queste lesioni, è importante effettuare un controllo metabolico/glicemico e gestire le comorbilità e lo stato nutrizionale del paziente. Inoltre, se la lesione è infetta, sarà indispensabile intervenire in modo mirato sull’infezione, in quanto è la più grave complicanza che l’ulcera può subire.
Più nello specifico però, le varie forme di piede diabetico necessitano di cure diverse.
Per il piede ischemico, è necessaria la rivascolarizzazione, con angioplastica o by-pass, con cui si cerca di ripristinare le arterie e regolarizzare il flusso sanguigno.
Per il piede neuropatico, il paziente dovrà indossare dispositivi di scarico pressorio, che impediscano l’appoggio del piede sulla lesione e consentano una migliore ripartizione della pressione di carico durante la deambulazione, per prevenire il peggioramento dell’ulcera. Dopo un’attenta detersione dell’ulcera, con rimozione dei tessuti devitalizzati, è necessario applicare una medicazione, che contribuisca alla guarigione.
Per il piede neuro-ischemico sarà necessario un approccio integrato dei trattamenti.
Il tasso di recidiva a 5 anni delle ulcere diabetiche guarite è pari al 70%. I pazienti diabetici, quindi, devono prestare la massima attenzione a questa parte del corpo, seguendo alcuni consigli fondamentali:
L’importanza della prevenzione
Gli studi clinici hanno dimostrato che le lesioni al piede possono essere prevenute e trattate con successo attraverso una maggiore prevenzione, identificazione precoce dei pazienti a rischio di sviluppare una lesione al piede e il rinvio appropriato dei pazienti che presentano una lesione al piede nei centri specializzati.
Inoltre, più dell’85% delle amputazioni degli arti inferiori e molti casi di lesione al piede possono essere prevenuti con la giusta educazione e consapevolezza. È per questo motivo che Urgo Medical ha scelto di agire e ha lanciato il programma BeCareFoot, al fine di sensibilizzare medici e pazienti e affermare che insieme si può.
Le soluzioni Urgo
Urgo Medical, grazie alle sue tecnologie avanzate, offre soluzioni per la guarigione delle lesioni cutanee croniche, anche per il piede diabetico. In particolare, UrgoStart Plus, grazie alla matrice brevettata TLC-NOSF, viene raccomandato da autorità sanitarie come il NICE e dalle Linee Guida Internazionali IWGDF per il trattamento di questa patologia.